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WhatsApp il preferito dagli adolescenti italiani

Viene sempre più utilizzato Whatsapp in Italia, specie tra gli adolescenti, mentre calano i giovani su Facebook e raddoppiano gli utenti che fanno uso di Spotify: è la fotografia che emerge da una ricerca di Ipsos per Save the Children.
Se l'11% degli adolescenti non hanno mai avuto accesso al web ad inizio 2015, 6 su 10 ragazzi (59%) usano la piattaforma di messaggistica via Internet Whatsapp con una crescita del 39% di utilizzo dal 2013. Sempre più giovani usano WhatsApp, mentre calano le iscrizioni dei più giovani a Facebook, il cui numero di ragazzi iscritti sul sito è al 75%, 12 punti in meno dal 2013.
Secondo i dati diffusi da Ipsos, è raddoppiata la percentuale di adolescenti che usa come Spotify (11%), il servizio di streaming di musica disponibile sia gratuitamente con alcune limitazioni che in versione Premium a pagamento (9,99 euro al mese).
La ricerca di Ipsos per Save the Children è stata condotta su un campione di 1.003 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni e mette in evidenza quali sono le abitudini dei nativi digitali in Italia.
Se l'11% degli adolescenti non hanno mai avuto accesso al web ad inizio 2015, è in crescita il numero di utenti (al 33%) che rimangono connessi con il proprio smartphone, dandosi appuntamento sui gruppi di WhatsApp (o di piattaforme simili).
Lo studio rivela anche un quadro abbastanza preoccupante: chi fa uso di applicazioni come Whatsapp per contatti 'virtuali' spesso si approccia a questo tipo di relazione con persone che non conosce direttamente (41%). In particolare, la ricerca mette in luce che uno su quattro di questi (24%) invia messaggi, video o foto anche con contenuti sessuali a gruppi dove non conosce tutti i partecipanti, mentre uno su tre (33%) si dà appuntamento con qualcuno conosciuto solo attraverso questi gruppi.
Infine, poco meno della metà degli intervistati (il 46%) ha detto di aver scoperto che la persona conosciuta nel 'mondo virtuale' e poi incontrata 'nel mondo reale' non era affatto la persona che diceva di essere.
Sul tema del cyberbullismo, è preoccupante quanto emerso: i più giovani non sembrano preoccuparsi del tema, con solo il 38% degli intervistati che ritiene che le molestie tramite i social network/email/web rappresentano una minaccia.

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